New Projects
CONAN IL CIMMERO

CONAN IL CIMMERO


Nelle terre perdute del Grande Cthulhu. Il film mai realizzato diventa una trasposizione a fumetti.
VIOLENZA ESTREMA,SESSO DURO E NESSUN LIMITE ALL’ORRORE. Era il 1987,in seguito al successo dei primi due capitoli della saga di Conan.

Dino De Laurentiis commissiona la sceneggiatura a Luciano Vincenzoni, il suo collaboratore storico che abitualmente elaborava le prime stesure delle pellicole che poi andavano in produzione per il mercato americano. Lo scrittore italiano, per creare la storia, parte da alcuni racconti di Robert Howard: “L’ora del dragone” , “I figli della Notte” e “Gente nell’oscurità”. in modo da fondere l’universo eroico del Cimmero con le ambientazioni e le divinità cosmiche di Lovecraft.


Viene scelto il cast e a Schwarzenegger viene affiancata
come coprotagonista la sua compaesana austriaca Sybil Danning e Olivia D’Abo, mentre per la regia viene preso in considerazione John Guillermin.
Purtroppo l’attore protagonista, che non è più sotto contratto ed è impegnato in un altro film, costringe De Laurentiis a rinunciare al progetto. La sceneggiatura originale di Luciano Vincenzoni su Conan il Distruttore finisce negli scaffali di Cinecittà, insieme a degli studi di Carlo Rambaldi e Giannetto De Rossi,che avevano cominciato a schizzare i bozzetti dei mostri e delle creature lovecraftiane previste nella storia.

Conan The barbarian
Conan the barbarian

Dopo tanti anni, noi del Collettivo di Closurecomics abbiamo deciso di
rispolverare questo vecchio script di Vincenzoni, restando fedeli ai bozzetti di Rambaldi e di creare un fumetto, usando il cast originale per ricreare il film di Conan il Conquistatore. È una trasposizione a fumetti in perfetto stile anni 80′,con contenuti non adatti ai minori di 18 anni, sulla scia delle opere underground tipo Heavy Metal o le produzioni di Ralph Bakshi. Nessuna censura, niente woke culture, niente politically correct, niente main stream, niente cavolate simili a quelle della Disney, Marvel e DC.

IL MONDO DI ROBERT E. HOWARD INCONTRA L’UNIVERSO DI H.P. LOVECRAFT (link al progetto Kickstarter)

Conan percorre le terre perdute del continente di Ooth-Nargal, attraversando il deserto di Leng, cerca di raggiungere la primordiale città di Sarkomand, dove dicono vi sia il Trapezoedro Lucente, custodito in un monastero e difeso dal “Gran Sacerdote Che Non Deve Essere Descritto”.
In questa avventura epica, il nostro Cimmero farà decine di incontri e affronterà tutte le divinità cosmologiche lovecraftiane, da Shub-Niggurath ad Hastur da Dagon al Grande Cthulhu, con un solo obbiettivo: quello di entrare in possesso di questa pietra ovoidale,
che è una finestra sul Tempo e lo Spazio, capace di annullare la morte

Sebbene Conan possa vivere più a lungo dei suoi simili, sa che il tempo sta passando anche per lui e che solo il Trapezoedro può donargli l’immortalità.
In questo viaggio verso il Grande Abisso, decide di portare con sé
oltre alla sua spada, forse la sola arma capace di intimorire Azathoth,
un’arma da tenere imprigionata in catene e da liberare solo in caso di estremo bisogno, perché quest’arma si chiama RED SONYA.

Gli autori: Braz Kovalsky e HorusRa

Il duo Braz Kovalsky e HorurRa è il frutto di un sodalizio artistico avvenuto nell’ambiente di Closure Comics. Entrambi, con le loro peculiarità, i loro vizi e le loro virtù, hanno maturato un percorso artistico non indifferente. Forte delle numerosissime pubblicazioni, l’indissolubile duo è riuscito a comporre un riadattamento in stile dark e lovecraftiano di una delle serie più famose di tutte, vale a dire quella di Conan. Per conoscere il loro percorso all’interno di Closure Comics, è possibile leggere le loro interviste: HorusRa si racconta (qui il link) e l’intervista al nostro dissacrante Braz Kovalsky (qui il link).

Per supportare il progetto visitaci sulla nostra pagina KickStarter 

New Projects
CONAN THE CONQUEROR: In the Great Cthulhu’s lost lands

The never-made film becomes a comic adaptation


Extreme violence, hard sex and horror without limits

In 1987, following the success of the first two movies of the Conan saga.
Dino De Laurentiis commissioned the screenplay for a third movie (the one that you are reading in this comic adaptation) to Luciano Vincenzoni, his historic collaborator who typically prepared the first drafts of films that then went into production for the American market.


To create the story, the Italian writer starts from some stories by Robert Howard:

“The Hour of the Dragon”, “The Children of the Night” and “People in the Darkness”, in order to merge the heroic universe of the Cimmerian with Lovecraft’s settings and cosmic deities.
The cast is chosen and Arnold Schwarzenegger is joined
as co-stars by his fellow Austrian Sybil Danning and Olivia D’Abo, while John Guillermin is considered for the direction.

Conan the barbarian

Unfortunately

the lead actor, who is no longer under contract and is busy with another film, forces De Laurentiis to abandon the project.
The original screenplay by Luciano Vincenzoni on Conan the Destroyer ends up on the shelves of Cinecittà, together with studies by Carlo Rambaldi and Giannetto De Rossi, who had begun to sketch the sketches of the monsters
and the Lovecraftian creatures enviosioned in the story.

After many years

the staff of Closure comics have decided to
dust off this old Vincenzoni script, remaining faithful to Rambaldi’s sketches and create a comic, using the original cast to recreate the Conan the Conqueror never-made film.
It is a comic adaption in perfect 80s style, with content prohibited for children under 18, inspired by underground works such as Heavy Metal or Ralph Bakshi’s productions.
No censorship, no woke culture, no politically correctness, no mainstream, no Disney, Marvel and DC type stuff.

Shortstory of Conan the Conqueror

THE WORLD OF ROBERT E. HOWARD MEETS THE UNIVERSE OF H.P. LOVECRAFT.

Conan travels the lost lands of the continent of Ooth-Nargal, crossing the desert of Leng, trying to reach the primordial city of Sarkomand, where they say there is the Shining Trapezohedron, kept in a monastery and guarded by the “High Priest Who Must Not Be Described “.

In this epic adventure, our Cimmerian will have countless encounters and will face all the Lovecraftian cosmological deities, from Shub-Niggurath to Hastur, from Dagon to the Great Cthulhu, with a single objective: to come into possession of this ovoid stone,
which is a window onto Time and Space, capable of canceling death.


Conan, although he can live longer than his peers due to his prodigious nature, knows that time is passing for him too and that only the Trapezohedron can give him immortality.
On this journey to the Great Abyss, he decides to take with him,
besides his sword (perhaps the only weapon capable of intimidating Azathoth)
a weapon to be kept imprisoned in chains and to be released only in case of extreme need, because this weapon is called RED SONYA.

If you want to find out this project, visit the Kickstarter’s page and support the autors

CHI SIAMO Intervista
FUMETTI A BASE STORICA: HORUSRA SI RACCONTA

HorusRa, al secolo Angelo Russo, è il punto d’incontro tra l’urgenza espressiva dell’artista e la poliedricità nell’affrontare le sfide del terzo millennio. Angelo Russo è un’insegnante di Storia dell’arte e di disegno che, ritrovandosi a vestire gli stretti panni di una stantia figura professionale, ha sempre difeso con le unghie e con i denti la sua personalità, una personalità temprata dalle tavole, dalle bozze, dagli interessi filosofici e dalle collaborazioni e dalle sue pubblicazioni.

Grafico, fumettista, insegnante d’arte. Se dovessi scegliere, quali delle 3 figure ti rappresenta meglio?

Io sono una persona che difficilmente butta qualcosa. Chiedermi di scegliere tra parti di me stesso mi imbarazza… ma direi che quello con cui sono più in confidenza è il fumettista, non fosse altro che ci frequentiamo dalla fanciullezza. Ho cominciato a disegnare da piccolo, mettendo su carta i miei sogni, poi i film che vedevo e i fumetti che leggevo. Con dei quaderni facevo dei veri e propri albi di personaggi ispirati a Superman, Batman, Zorro, Ercole e così via, per puro divertimento perché poi non li leggeva nessuno.

Ho visto che hai fatto tantissime collaborazioni. Come sono nati i volumi sulla battaglia di Canne e quello sulla sicurezza stradale?

Ho lavorato vari anni in una grande tipografia/serigrafia della mia città, che ad un certo punto volle farsi casa editrice e volle cominciare a pubblicare fumetti ispirati alla storia locale. Infatti il primo volume fu ispirato alla famosa disfida di Barletta e alla figura di Fieramosca. A quel tempo collaboravo con questa casa editrice come consulente editoriale e venne fuori l’idea di un volume sulla battaglia di Canne. Siccome il proprietario conosceva la mia passione per il disegno decise di affidarmi, insieme ad un soggettista e ad uno sceneggiatore, la realizzazione dell’opera. Fu fatto un notevole lavoro di documentazione, con foto scattate sul posto e ricerche bibliografiche che portarono ad una stesura della storia a matita. Purtroppo, per vicissitudini imprenditoriali ed economiche la casa editrice chiuse e quindi il lavoro non vide, come si dice, la luce. Nel 2013 in occasione del 2229 anniversario della battaglia fu organizzata una mostra con le tavole a matita della storia a fumetti. Il libretto sulla sicurezza stradale nacque nello stesso ambito, ma per i motivi appena menzionati non venne mai stampato.

Com’è nato HorusRa?

In fondo cosa lega il nostro nome a noi? Che cosa hanno a che fare quei suoni, quelle sillabe con noi, con il nostro corpo o la nostra mente? Forse niente. Nessuna causa diretta, tanto più che i nomi ci vengono imposti e solitamente non possiamo sceglierli. Ma dietro (e dentro) questo nome che rimane inalterato ci siamo NOI, il nostro corpo che muta col tempo, i pensieri che maturano, le emozioni che finiscono per declamare un continuo mutamento dietro una facciata immobile che ci rende riconoscibili, standardizzati e con la quale ci identifichiamo.

Ma a volte ci viene concesso di poter scegliere un nome che ci rappresenta di più. Possiamo avere un soprannome, d’altronde il Papa sceglie un nome che rispecchia il compito che si è prefissato. Come il combattente ha il proprio nome di battaglia, anche l’artista sceglie il proprio nome d’Arte. Un nome diverso, che non è legato al tempo e non parla di età, ma di sentire e provare, di vedere e parlare, di mettere in atto una diversa sensibilità e può significare far emergere parti di noi che solitamente sono dormienti ma non morte. E quindi unendo queste considerazioni con il mio interesse per l’esoterismo ho scelto di utilizzare il nome di questi dei egizi: Horus e Ra, il Falco e il Sole che hanno entrambi come simbolo l’occhio, e che messi insieme hanno una certa assonanza con il mio nome e cognome, vale a dire Angelo Russo.

I temi filosofici vantano un fascino plurimillenario. Quali potrebbero essere i 3 aggettivi migliori che descrivono il tuo attaccamento alla dimensione metafisica?

Surreale, paradossale e sorprendente

Com’è nata la collaborazione con Braz Kovalsky?

Nel 2022 risposi ad un annuncio dove cercavano disegnatori, non vorrei sbagliarmi ma forse era proprio su Closure Comics. Mi dissero di contattare un tale Kovalsky (e qui già partii per la tangente, ricordandomi del Kowalsky di STARGATE e qualche altro personaggio o attore che avevo solo sentito nominare). In ogni caso mi rispose, gli feci visionare i miei lavori, gli piacquero e quel geniaccio riuscì a creare una storia adatta al mio modo di disegnare, una storia che ricordava i film di JODOROWSKY e che lui ha poi inserito nel suo fumetto n° 4 credo.
Collaborare con lui è stato stimolante e appagante forse perché abbiamo un background comune di letture ed interessi. Braz ti viene incontro nelle difficoltà ed è sempre pronto a trovare ed ascoltare soluzioni innovative di disegno e sceneggiatura.

Quali sono i pregi del tuo percorso con Closure Comics?

Per me la scoperta di Closure Comics è stata una sorpresa, non immaginavo ci potesse essere un collettivo di AUTORI in senso allargato (disegnatori, sceneggiatori, coloristi e quanto serve a produrre fumetto) che tenta di superare il problema del CONTATTO tra l’autore e chi deve revisionare/produrre il fumetto. Ben venga la possibilità di autogestirsi ed autoprodursi come comunità.

Quali progetti hai in cantiere?

Per ora sono impegnato nella creazione di una storia fantasy, sempre con l’inossidabile Kovalsky. Poi, tempo permettendo, vorrei tornare ad una storia tutta mia: a sfondo esoterico, di cui ho in testa il soggetto e sto abbozzando le prime tavole.

Grazie mille Angelo. Ti auguriamo i migliori risultati possibili

Intervista
RITROVARE LA PROPRIA STRADA NEL FUMETTO: DARIO RUGGIERI

Spesso e volentieri leggiamo una storia senza mai domandarci chi ne sia il creatore. Cosa lo ha fatto avvicinare al disegno e cosa lo ha allontanato. Ma con Dario Ruggieri, classe 1965, ci siamo sentiti veramente affascinati a ripercorrere una strada fatta di passioni, di scelte pragmatiche, e di avvenimenti fuori dalla nostra portata.

Ciao Dario. Come descriveresti il rapporto che hai avuto con i fumetti?

Ho iniziato a disegnare fin dalle scuole elementari. Alle scuole medie fui incoraggiato dai prof e dai miei genitori ad iscrivermi al Liceo Artistico di Bologna. Nel 1978 iniziai ad appassionarmi a disegnare vignette e piccole storie a fumetti.
Purtroppo all’epoca non esisteva un sorta di specializzazione in comics con lezioni dedicate o approfondimenti sul tema.

Facevo vignette raffigurando i miei compagni di scuola vestendoli in modo “bizzarro” e facendogli dire e fare quello che mi pareva. Era un divertimento. Pensa che all’esame di maturità interpretai la prova di architettura inserendo personaggi e baloon. La commissione d’esame apprezzò molto la mia iniziativa un po’ azzardata /e fuori dalle righe) e fui premiato con un bel voto.

Poi preso il diploma decisi di non proseguire gli studi. A quei tempi dopo il Liceo non c’erano tante alternative. Ci poteva iscrivere all’Accademia di Belle arti, oppure ad Architettura a Firenze o Venezia, o al DAMS. Nessuna delle tre opzioni mi stuzzicava e preferii andare a lavorare, anche sapendo che di lì a poco avrei ricevuto la chiamata per il servizio militare, che puntualmente arrivò.
Finito il militare trovai un lavoro normale, totalmente estraneo al mondo dei fumetti. Inutili dire che questo sancì il mio distacco da quel mondo. Quando smisi completamente di disegnare correva l’anno 1985.

Cosa ti ha spinto a ritornare al disegno e a pubblicare “IL MIO TATUAGGIO DI MARADONA”?

L’anno della svolta è stato il 2020, e lo scossone che mi ha spinto a ritornare sui miei passi è stata la morte del calciatore più forte di sempre: Diego Armando Maradona.

Per onorarlo mi feci un tatuaggio che lo raffigurava, nascondendolo a mia moglie e alle mie figlie, ma mi beccarono subito.
Degli amici di Napoli che gestiscono una pagina Facebook molto seguita dai tifosi del Napoli, mi chiesero di scriverla in un pezzo che avrebbero pubblicato sulla pagina per descrivere le emozioni ed i sentimenti di un tifoso lontano da Napoli. Scrissi la storia, bella, struggente e divertente (specialmente la parte in cui mia moglie mi becca e mi fa il cazziatone).

Maradona
Copertina Il mio tatuaggio di Maradona (Qui il link alla versione PDF)

E mi venne una sorta di illuminazione. E se provassi a disegnarla a fumetti?
Pensavo di aver perso la mano, probabilmente di non saper più disegnare, trent’anni che non prendevo una matita in mano. Prendo un foglio e comincio a disegnare. Mi esce una bella tavola, prendo un pennarello e la inchiostro e mi sembra stupenda, continuo e ne faccio 60.
Da quel momento non ho più smesso di disegnare.

Cosa hai provato quando hai messo mano sulla copia cartacea del tuo fumetto?

Una goduria, ebbi i brividi. Avevo lavorato un anno intero per pubblicare il mio tributo a Diego Armando Maradona. Guardarlo e sfogliarlo per la prima volta fu davvero una grande emozione e un grande orgoglio.

Quali sono i generi letterari che ti piacciono di più e quali quelli di meno (se puoi, motiva anche la risposta)?

Le mie prime collezioni furono Alan Ford, Mister No e Zagor. Poi negli anni successivi mi appassionai al cosiddetto fumetto alternativo (rispetto a quelli che andavano in voga), quindi iniziai a scoprire maestri come Pazienza, Manara, Pratt, Toppi e via dicendo. Sono sempre stato convinto che i racconti tratti da storie vere esercitino una carica emotiva più potente rispetto a quelli provenienti da una storia fantasy. Non amo particolarmente la fantascienza, il fantasy, e i romanzi rosa, e in tutta onestà mi sento di dire che non mi piacciono per niente i manga. Ma ammetto di non averne mai letto uno.

Nei tuoi rapporti con le case editrici, ti è mai capitato di ricevere proposte deludenti o veri e propri pali

Premetto che non ho ancora avviato una vera e propria carriera di fumettista. Tuttavia ho già preso qualche palo, e questo mi è bastato per capire questo mondo. Dopo aver pubblicato il primo fumetto mandai il pdf ad alcune piccole case editrici che avevo visitato al Salone del libro di Torino. Fu la stessa sensazione che provano le persone che mandano un curriculum vitae ad un azienda o rispondono ad una inserzione di ricerca di personale. Nessuna risposta o risposte semiautomatiche di rifiuto

L’avvento di internet (e la grande mole di pubblicazioni) ha trasformato molti lettori in consumatori. Secondo te questo ha reso ancora più importante il rapporto tra il fumettista e il lettore?

il rapporto fra fumettista e lettore deve essere profondo. Il lettore deve riconoscere la tua mano già dalla prima vignetta, e ovviamente gli deve piacere. Questo è il primo fondamento per costruire un rapporto con il lettore. Mi sento di proporre un’analogia calzante: nelle prime fasi dell’innamoramento prevale l’aspetto estetico, ma poi deve essere la storia, la narrazione, il coinvolgimento e le emozioni che danno al lettore a farlo rimanere con te e ad aspettare la prossima storia

Come è iniziata la tua esperienza in Closure Comics? La consiglieresti agli aspiranti fumettisti?

Copertina La mia prima coppa Uefa
Copertina La mia prima coppa Uefa di Dario Ruggieri (qui il link alla versione PDF)

Vidi un’inserzione su Facebook, il copy era scritto molto bene e si rivolgeva ad aspiranti fumettisti. Mi incuriosì, mandai alcune tavole ed eccomi qua. Sono certo che crescerà tanto nei prossimi anni e potrà essere utilissima a chi, come me, ha questa passione.

Grazie mille Dario. In bocca al lupo con i tuoi volumi

Intervista
LA PASSIONE È IL VERO TALENTO: WAQAS AFTAB

Nell’intervista precedente abbiamo parlato con Braz Kovalsky della diatriba tra disegnatori e sceneggiatori (qui il link dell’intervista). In quell’articolo abbiamo toccato con mano la crisi dell’editoria italiana, una crisi che vede i diversi addetti alla produzione del fumetto chiudersi in una triste e solitaria torre d’avorio. Tuttavia, oltre a questo clima stantio, esiste anche molta voglia di rivalsa. Il protagonista di questa conversazione è Waqas Aftab, il disegnatore di Velo Nero.

WAQAS AFTAB

Waqas Aftab è un autore a tutto campo del collettivo di Closure Comics. È di origine pakistana, ma è cresciuto in Italia, dove ha frequentato la scuola internazionale di comics a Jesi. Ha lavorato come illustratore per libri scolastici e come grafico di videogiochi e app. Ha in cantiere diversi webcomic che vengono periodicamente pubblicati sulla piattaforma Tapas (qui il link ai suoi lavori) e aggiorna i suoi follower su Instagram e Facebook.

Da quanto tempo coltivi la passione per i fumetti e qual è stato il primo fumetto che hai letto?

Sono sempre stato affascinato dal mondo dei cartoni e fumetti. Ho cominciato a leggere ed collezionare fumetti da adolescente. Il primo fumetto che acquistai fu Topolino

Qual è invece il fumetto che ti ha colpito di più e quello che ti ha colpito di meno?

I Manga che mi hanno appassionato di più sono stati Berserk, Dragon Ball e One Piece, tuttavia ho letto con grande interesse sia i fumetti americani, (specialmente quelli coi supereroi) che quelli italiani (su tutti Alan Ford). Nella mia “carriera” di lettore posso affermare con assoluta certezza che ogni fumetto che ho letto è stato unico nel suo genere.

Da quanto tempo hai cominciato a disegnare?

Disegno da quando ero piccolo. Mi sono sempre piaciuti i personaggi dei cartoni animati, e alcuni di questi a tal punto che li ridisegnavo. Però è stato solamente dopo le superiori che ho iniziato a lavorarci sodo. Il passaggio fondamentale è stato lo studio dell’anatomia e della prospettiva.

Secondo te è più importante un bel disegno o una bella storia?

Nel fumetto ciò che conta di più è la narrazione. I disegni sono efficaci solo se riescono a raccontare bene la storia che c’è dietro.

Da diverso tempo in Italia i disegnatori preferiscono lavorare alle tavole esclusivamente su commissione (anziché scommettere su un progetto). Secondo te da cosa è data questa scelta?

Secondo me è un modo per sentirsi più al sicuro. Per molti è meglio avere un’entrata economica rapida e sicura piuttosto che sperare che una storia sbarchi il lunario. Prima anche io aspettavo che una casa editrice mi ingaggiasse. Ora che sono arrivato a un certo punto del mio percorso artistico-professionale, non posso che riconoscere le potenzialità dell’auto produzione: flessibilità, spirito d’iniziativa e libertà.

Arrivati a questo punto, mi sento di doverti fare una domanda scomoda: In Italia ha vita più facile il disegnatore o lo sceneggiatore?

È più impegnativo fare il disegnatore. Per essere bravo c’è bisogno di tanti anni di studio e di pratica. Tuttavia ci tengo a precisare che per fare funzionare un fumetto, c’è assolutamente bisogno di un bravo sceneggiatore.

Come e quando sei entrato a far parte del team di Closure Comics?

Sono entrato in Closure circa 2 anni fa. A quel tempo avevo già il soggetto del mio fumetto Velo Nero, però cercavo qualcuno che mi aiutasse a sviluppare la sceneggiatura, e perciò lanciai un appello su un gruppo Facebook. Fortunatamente fui contatto da Giorgio Puleo, e così nacque la nostra collaborazione.

Non sempre è facile trovare la strada giusta per realizzare i propri sogni. Alla base di questa esperienza, cosa consiglieresti a un aspirante disegnatore?

Per diventare un bravo disegnatore non serve solo il talento ma bisogna coltivarlo, secondo me il vero talento è la passione!

Caro Waqas, ti auguriamo di poter continuare a cimentarti in tante altre opere. Grazie mille per le tue parole e buon lavoro

Intervista
MEGLIO IL DISEGNO O LA SCENEGGIATURA? 2 CHIACCHIERE CON BRAZ KOVALSKY

Il mercato editoriale italiano, un tempo fucina di idee, sta attraversando una fase recessiva piuttosto allarmante. Più del 90% dei libri pubblicati non riescono a raggiungere la quota delle 100 vendite, e come se non bastasse, persino il traguardo delle 10 vendite non è affatto scontato.

E per il fumetto italiano?

La situazione fumettistica italiana non è affatto migliore. Le vendite sono stagnanti e moltissime case produttrici centellinano le loro pubblicazioni. Quali potrebbero essere le cause?

BRAZ KOVALSKY: UNO SCENEGGIATORE DISSACRANTE

Braz Kovalsky è l’autore di diversi volumi come “kiss my pussy in the cementery” e “della morte sono il giardiniere, dell’amore non conosco traccia”. La sua prosa ben si adatta allo stile horror-erotico, tuttavia il valore aggiunto risiede nella personalità stessa dell’autore. Una personalità forgiata dalla sua inventiva e dalla sua cultura a tutto campo. Con Braz abbiamo potuto parlare dei grandi problemi dei fumetti italiani, fino ad arrivare a un nodo cruciale della questione: la diatriba tra la sceneggiatura e il disegno, due aspetti fondamentali del fumetto, ma distorti dal mancato riconoscimento di pariteticità. Qui di seguito troverete un’intervista piuttosto incalzante, e in tutto questo non possiamo che ringraziare lo stesso Braz Kovalsky che di certo non ha peli sulla lingua

1) Da quanto tempo ambivi a fare fumetti e quanto tempo è passato per la pubblicazione del tuo primo lavoro?

Da ragazzo scrivevo romanzi e racconti, ma senza nessuna ambizione di pubblicarli, infatti non ho mai spedito nulla agli editori. Scrivevo per me stesso ed è quello che faccio tutt’ora. Creo storie per il
semplice gusto di farle e poi di rileggerle. Oltre al puro diletto ,c’è dietro una questione pratica: i pensieri vanno via con il tempo, ma se li scrivi su di un foglio restano impressi sulla carta.
C’è chi scatta foto per ricordare l’immagine che aveva da giovane e c’è chi come me fa libri e fumetti per ricordare l’immagine interiore che ha in un determinato periodo della vita.
Sono radiografie dell’anima.

Tutti i delitti vengono al Pettine vero Tenente, Braz Kovalsky

2) Quindi com’è nato Braz Kovalsky?

Per me passare dalla prosa al fumetto è stato un caso.
Un giorno mentre aspettavo un treno, vidi un uomo che seduto faceva schizzi e
aveva una cartellina piena di disegni, per lo più sul genere fantasy.
Mi avvicinai e chiacchierando, lui disse: “sono disegni sconclusionati, non
sono capace a fare storie”.
Io risposi: “dentro quelle pagine c’è già una storia,
l’unico problema è che tu non la vedi
“. Lo convinsi a darmi tutti i suoi disegni e gli diedi appuntamento per il giorno dopo allo stesso posto.

Sovra copertina di “Tutti i nodi vengono al pettine vero tenente?”


Come promesso, la mattina seguente ero lì con in mano i suoi fogli che erano diventati un fumetto, ordinati e sceneggiati, con dialoghi scritti a penna.
Lesse tutta la storia e dopo aver finito, incredulo mi disse:
Ma tu da dove cazzo sei uscito fuori?”.
Da quella volta ci siamo incontrati quasi tutti i giorni e abbiamo lavorato insieme per più di due anni.
Da lui ho imparato tutto quello che so sul disegno, perché aveva lavorato in Bonelli per quasi vent’anni.
La prima pubblicazione è arrivata recentemente ,grazie al collettivo artistico di Cosure Comics.

3) Quali sono i pregi e i difetti dell’editoria italiana?

L’editoria italiana ha il pregio di aver prodotto opere graficamente impeccabili, soprattutto la Bonelli che, monopolizzando il mercato, ha dettato le linee guida dei fumetti nazionali.
Avendo degli standard qualitativi molto alti La Bonelli ha costretto i pochi concorrenti
a mantenersi sullo stesso livello e i disegnatori a migliorarsi costantemente
nella speranza di lavorare in questo settore.
Ecco perché la scuola dei disegnatori italiani è molto apprezzata anche all’estero.
Il loro limite invece è stato quello di trascurare la scrittura.

4) Quindi il mercato editoriale italiano tende a dare più importanza ai disegnatori piuttosto che agli autori?

Fin dagli anni 60’/70′, il fumetto era considerato arte minore. Di conseguenza gli scrittori validi sceglievano il cinema, il giornalismo e scrivevano per la televisione (che rappresentavano forme d’arte più
nobili e meglio retribuite). I fumetti, sebbene molto diffusi, erano sceneggiati da scrittori
improvvisati e addirittura erano gli stessi editori a scrivere i testi dei fumetti che producevano.
La Bonelli che è la casa editrice madre, resistendo in modo magistrale alla crisi del fumetto, ha avuto il potere di impostare la sua linea editoriale su questo assioma.

5) Sembrerebbe che ciò comporti qualche lacuna nelle fasi realizzative del fumetto. Se quest’ultimo è il prodotto delle mancate sinergie, verrebbe da domandarsi come si presenti un fumetto italiano

Il disegnatore italiano è il meglio sulla piazza, lo sceneggiatore invece rimane mediocre, dopotutto è la forma che conta e non il contenuto. Basti pensare che nella sua lunga storia hanno collaborato con quasi tutti i disegnatori STAR del fumetto mondiale. Tuttavia nessuno sceneggiatore di fama mondiale ha scritto una storia per loro. Oggi l’Italia importa più del 40% dei fumetti che poi vengono venduti sul mercato e ne esporta solo il 2% e di questi titoli pochi (se non nessuno) riscuotono successo.
Ovviamente la ragione non risiede né nel prezzo (visto che abbiamo il costo più basso in Europa) né nel comparto grafico, poiché rappresenta una nostra eccellenza. Il problema primario risiede nella bassa qualità scrittoria del fumetto.

6) Molto spesso i disegnatori fanno tavole esclusivamente su commissione. Secondo te questo penalizza l’aspirante sceneggiatore e il suo progetto?

La tavola su commissione ha un costo minimo tra 100 e 150 euro, il ché significa che per un fumetto di 100 pagine è necessario un investimento di 10.000/15.000 euro.
Queste cifre sono proibitive non solo per uno sceneggiatore indipendente, ma anche per una casa editrice, dato che queste spese vanno a sommarsi ai costi di grafica, traduzione, stampa, fiere del fumetto, e infine vanno anche contemplate le tasse.

7) Più che una casa editrice ci vorrebbe un finanziamento a fondo perduto da parte di una banca. Ironia a parte, Sembrerebbe che questo mercato scoraggi veramente chi vuole farsi valere, o forse sto esagerando?

Tenendoci bassi, una storia stampata in cento copie, costa all’editore sulle 20.000 euro, soldi che viste le vendite esigue non recupererà mai.
Il mercato va avanti (anche se a fatica) perché il disegnatore ,che è la voce spese più importante, viene pagato a royalties, in media il 4% che va diviso con gli altri autori dell’opera.
Chi paga bene in Italia sono essenzialmente due case editrici che fanno prodotti seriali e che tutti i mesi hanno delle entrate fisse, parlo della Bonelli e dell’Astorina, che forti dei loro guadagni, offrono ottimi compensi.

8) Quindi esistono delle eccezioni alla regola?

Lavorare per questi editori per molti è solo un miraggio, perché hanno uno standard qualitativo altissimo e se non si è famosi, è difficile ottenere anche solo un semplice contratto freelance.
Quindi assistiamo ad un ristagno produttivo in cui migliaia e migliaia di artisti,
invece di creare fumetti, passano gli anni ad adorare i pochi eletti che lavorano
da professionisti; ad elemosinare un po’ d’attenzione sui social da parte di questi “Maestri”, dinanzi ai quali si genuflettono come se fossero divinità pagane.

9) Da pochi anni a questa parte, qualcosa è cambiato. Le persone cominciano a sperimentare nuovi modi per farsi valere nel mondo della narrativa. Ci vorresti parlare della tua esperienza in Closure Comics?

Perché aspettare che una casa editrice ti noti e stampi il tuo fumetto? Perché farlo, se poi tutti i guadagni vanno a loro? Anni di lavoro per cosa? Per un 4% di royalties? per un badge di una fiera? Solo per poter dire: “MAMMA! mi ha pubblicato Saldapress?!”

Closure comics offre un’alternativa a tutto questo. Qui facciamo autoproduzione e abbiamo all’interno del nostro organico tutte le figure che compongono una tradizionale casa editrice: letteristi, grafici,
traduttori ,coloristi ,webmaster, sceneggiatori e disegnatori.
L’unica differenza è che il 4% di ogni copia venduta viene usato per le spese di stampa e il restante 96% sono le royalties che vanno agli autori.
Ecco dova sta la differenza tra noi e gli editori italiani.

10) Qual è stato il lavoro di cui vai più fiero in Closure Comics?

Le mie opere che preferisco sono “ZOMBIE with LOVE” e “Kiss my pussy in the Cemetery”,che sono rispettivamente il numero 6 e il numero 2 della mia serie. La prima è l’opera più politica e impegnata che ho fatto finora, mentre “Kiss my pussy…” è quella più intima e personale.

copertina kiss my pussy
copertina kiss my pussy (qui il link al volume)

11) Ci sono modelli cardini da cui hai tratto ispirazione? Come ti approcci alla costruzione di un fumetto?

I modelli dal punto di vista grafico sono innumerevoli, difficile elencarli tutti. Sono una spugna che assorbe, elabora e poi ributta tutto sul foglio. Quando disegno uso una parte ridotta del mio cervello. Per quanto mi riguarda è più una questione artigianale che artistica. La scrittura invece è la forma artistica che mi rappresenta totalmente. Per scrivere attingo acqua essenzialmente dal pozzo della mia anima.

12) Quindi non hai modelli fissi a cui ispirarti. Suggeriresti questo a chiunque voglia seguire i propri sogni?

Non mi ispiro a nessun autore e secondo me nessuno dovrebbe farlo.
L’essere umano ha un sapere antico dentro di sé: saggezza e conoscenze sepolte ,che appartengono ad altre vite, ad altre epoche. La maggior parte delle persone trascurano queste ricchezze, che invece possono essere portate in superficie con pratica e allenamento. Quando scrivo per fini artistici, sono ben conscio che in determinati frangenti della giornata, posso riportare alla luce conoscenze stipate nella parte immortale del mio spirito. È questo quello che consiglio di fare a qualsiasi sceneggiatore.
Scrivere guardandosi dentro“.

Un finale d’intervista col botto, grazie mille Braz

CHI SIAMO
CLOSURE COMICS: IL COLLETTIVO FA LA FORZA

CHI SIAMO

Closure comics nasce in un 2018 caratterizzato da un mercato editoriale italiano che non sperimenta più nulla. Closure comics coniuga l’urgenza espressiva di un collettivo di circa 30 persone e l’intraprendenza verso nuovi orizzonti. Il nostro team vanta pubblicazioni periodiche su piattaforme come Webtoon e Tapas, senza perdere di vista la dimensione cartacea, come confermato dalla pubblicazione di Rise, distribuito da Gatti di Cenere, casa editrice con cui siamo lietissimi di collaborare.

UN GRANDE GIOCO DI SQUADRA

Il nostro team è specializzato in ogni fase realizzativa del fumetto:

  1. DISEGNO: Antonio Conversano, Waqas Aftab, Sirena Velena, Fabiano Lori, Elien Sali, Michele de Sanctis, Angelo Russo, Sandro de Vivo, Josè, Sebastiano Tringali
  2. SCENEGGIATURA: Giorgio Puleo, Braz Kovalsky, Arcangelo De Girolamo, Davide Vendetta, Federico Billè
  3. INCHIOSTRATURA: Dario Ruggieri, Federica Raffa, Francesco Ferrari, Waqas, Giulia Bernardini
  4. COLORAZIONE: Chiara Berrugi, Mirko

UN FARO SUL MONDO E SUGLI ARTISTI EMERGENTI

Da molto tempo comprendiamo le difficoltà di un fumettista che si ritrova a dover gestire in solitaria la promozione e la traduzione. Closure comics offre sostegno a coloro che hanno un fumetto da proporre sia al mercato italiano che a quello internazionale. I nostri traduttori saranno ben lieti di accompagnare l’ascesa del vostro progetto. Se un fumetto va bene in Italia, perché non dovrebbe andare bene anche all’estero?

I NOSTRI FUMETTI SU WEBTOON

Forte delle oltre 10mila visualizzazioni, RISE rappresenta la nostra punta di diamante(in questo link è possibile visitarla tramite la piattaforma Webtoon). Rise unisce la sua ambientazione dark al tortuoso cammino verso un’agognatissima redenzione. Il protagonista risulterà vittorioso o verrà schiacciato dalla corruzione che alberga nei nostri cuori?

BARDO: può un senza tetto essere allo stesso tempo un potentissimo mago? Aedo e il suo uccello meccanico Cupid aiutano un giovane italo-cinese a conquistare il cuore di Cornelia, ma ben presto il giovanissimo spasimante rimarrà coinvolto in dinamiche decisamente soprannaturali, dinamiche però tutt’altro che nuove per l’errante Aedo.

Team Bardo Sceneggiatore: Giorgio Puleo; Disegnatore: Antonio Conversano; Inchiostratore: Waqas Aftab; Colorista: Beatrice

OLTRE AI WEBCOMIC ANNOVERIAMO LAVORI D’AUTORE COME:

KISS MY PUSSY IN THE CEMETERY :  Rupert Everett, Rocco Siffredi, Cristina D’avena, Brad Pitt e tanti altri in un’opera che vi farà arrapare, ridere ed anche pensare, tutto insieme. Il tutto diretto da quel regista sopra la righe di Braz Kovalsky, in quest’opera nel ruolo di assetato, non vi dico di cosa, zombie.

copertina kiss my pussy

VELO NERO: Velo nero è la storia di esordio di Waqas Aftab in collaborazione con il collettivo di Closure Comics. Seguendo le orme del leggendario ladro Velo Nero, il nostro protagonista Shazhad, giovane archeologo immigrato dalle colonie alla capitale dell’impero, si caccerà nei guai, per colpa del famoso fiore di loto, oggetto magico e misterioso in grado di agire nel mondo delle anime.

LA MIA PRIMA COPPA UEFA (di Dario Ruggieri): La Mia Prima Coppa UEFA è il racconto della trasferta più bella ed emozionante della mia vita da tifoso azzurro. Sei pronto a partire?
Allora metti indietro le lancette dell’orologio di qualche decina d’anni e dammi la mano. Ti porto con me a Stoccarda a vincere una Coppa UEFA.

Copertina La mia prima coppa Uefa
Copertina La mia prima coppa Uefa

DELL’AMORE SONO IL GIARDINIERE DELL’AMORE NON CONOSCO TRACCIA (Di Braz Kovalsky)

DILDOLINO & STOCAZZO (Di Giorgio Puleo)

×