CHI SIAMO Intervista
FUMETTI A BASE STORICA: HORUSRA SI RACCONTA

HorusRa, al secolo Angelo Russo, è il punto d’incontro tra l’urgenza espressiva dell’artista e la poliedricità nell’affrontare le sfide del terzo millennio. Angelo Russo è un’insegnante di Storia dell’arte e di disegno che, ritrovandosi a vestire gli stretti panni di una stantia figura professionale, ha sempre difeso con le unghie e con i denti la sua personalità, una personalità temprata dalle tavole, dalle bozze, dagli interessi filosofici e dalle collaborazioni e dalle sue pubblicazioni.

Grafico, fumettista, insegnante d’arte. Se dovessi scegliere, quali delle 3 figure ti rappresenta meglio?

Io sono una persona che difficilmente butta qualcosa. Chiedermi di scegliere tra parti di me stesso mi imbarazza… ma direi che quello con cui sono più in confidenza è il fumettista, non fosse altro che ci frequentiamo dalla fanciullezza. Ho cominciato a disegnare da piccolo, mettendo su carta i miei sogni, poi i film che vedevo e i fumetti che leggevo. Con dei quaderni facevo dei veri e propri albi di personaggi ispirati a Superman, Batman, Zorro, Ercole e così via, per puro divertimento perché poi non li leggeva nessuno.

Ho visto che hai fatto tantissime collaborazioni. Come sono nati i volumi sulla battaglia di Canne e quello sulla sicurezza stradale?

Ho lavorato vari anni in una grande tipografia/serigrafia della mia città, che ad un certo punto volle farsi casa editrice e volle cominciare a pubblicare fumetti ispirati alla storia locale. Infatti il primo volume fu ispirato alla famosa disfida di Barletta e alla figura di Fieramosca. A quel tempo collaboravo con questa casa editrice come consulente editoriale e venne fuori l’idea di un volume sulla battaglia di Canne. Siccome il proprietario conosceva la mia passione per il disegno decise di affidarmi, insieme ad un soggettista e ad uno sceneggiatore, la realizzazione dell’opera. Fu fatto un notevole lavoro di documentazione, con foto scattate sul posto e ricerche bibliografiche che portarono ad una stesura della storia a matita. Purtroppo, per vicissitudini imprenditoriali ed economiche la casa editrice chiuse e quindi il lavoro non vide, come si dice, la luce. Nel 2013 in occasione del 2229 anniversario della battaglia fu organizzata una mostra con le tavole a matita della storia a fumetti. Il libretto sulla sicurezza stradale nacque nello stesso ambito, ma per i motivi appena menzionati non venne mai stampato.

Com’è nato HorusRa?

In fondo cosa lega il nostro nome a noi? Che cosa hanno a che fare quei suoni, quelle sillabe con noi, con il nostro corpo o la nostra mente? Forse niente. Nessuna causa diretta, tanto più che i nomi ci vengono imposti e solitamente non possiamo sceglierli. Ma dietro (e dentro) questo nome che rimane inalterato ci siamo NOI, il nostro corpo che muta col tempo, i pensieri che maturano, le emozioni che finiscono per declamare un continuo mutamento dietro una facciata immobile che ci rende riconoscibili, standardizzati e con la quale ci identifichiamo.

Ma a volte ci viene concesso di poter scegliere un nome che ci rappresenta di più. Possiamo avere un soprannome, d’altronde il Papa sceglie un nome che rispecchia il compito che si è prefissato. Come il combattente ha il proprio nome di battaglia, anche l’artista sceglie il proprio nome d’Arte. Un nome diverso, che non è legato al tempo e non parla di età, ma di sentire e provare, di vedere e parlare, di mettere in atto una diversa sensibilità e può significare far emergere parti di noi che solitamente sono dormienti ma non morte. E quindi unendo queste considerazioni con il mio interesse per l’esoterismo ho scelto di utilizzare il nome di questi dei egizi: Horus e Ra, il Falco e il Sole che hanno entrambi come simbolo l’occhio, e che messi insieme hanno una certa assonanza con il mio nome e cognome, vale a dire Angelo Russo.

I temi filosofici vantano un fascino plurimillenario. Quali potrebbero essere i 3 aggettivi migliori che descrivono il tuo attaccamento alla dimensione metafisica?

Surreale, paradossale e sorprendente

Com’è nata la collaborazione con Braz Kovalsky?

Nel 2022 risposi ad un annuncio dove cercavano disegnatori, non vorrei sbagliarmi ma forse era proprio su Closure Comics. Mi dissero di contattare un tale Kovalsky (e qui già partii per la tangente, ricordandomi del Kowalsky di STARGATE e qualche altro personaggio o attore che avevo solo sentito nominare). In ogni caso mi rispose, gli feci visionare i miei lavori, gli piacquero e quel geniaccio riuscì a creare una storia adatta al mio modo di disegnare, una storia che ricordava i film di JODOROWSKY e che lui ha poi inserito nel suo fumetto n° 4 credo.
Collaborare con lui è stato stimolante e appagante forse perché abbiamo un background comune di letture ed interessi. Braz ti viene incontro nelle difficoltà ed è sempre pronto a trovare ed ascoltare soluzioni innovative di disegno e sceneggiatura.

Quali sono i pregi del tuo percorso con Closure Comics?

Per me la scoperta di Closure Comics è stata una sorpresa, non immaginavo ci potesse essere un collettivo di AUTORI in senso allargato (disegnatori, sceneggiatori, coloristi e quanto serve a produrre fumetto) che tenta di superare il problema del CONTATTO tra l’autore e chi deve revisionare/produrre il fumetto. Ben venga la possibilità di autogestirsi ed autoprodursi come comunità.

Quali progetti hai in cantiere?

Per ora sono impegnato nella creazione di una storia fantasy, sempre con l’inossidabile Kovalsky. Poi, tempo permettendo, vorrei tornare ad una storia tutta mia: a sfondo esoterico, di cui ho in testa il soggetto e sto abbozzando le prime tavole.

Grazie mille Angelo. Ti auguriamo i migliori risultati possibili

Intervista
LA PASSIONE È IL VERO TALENTO: WAQAS AFTAB

Nell’intervista precedente abbiamo parlato con Braz Kovalsky della diatriba tra disegnatori e sceneggiatori (qui il link dell’intervista). In quell’articolo abbiamo toccato con mano la crisi dell’editoria italiana, una crisi che vede i diversi addetti alla produzione del fumetto chiudersi in una triste e solitaria torre d’avorio. Tuttavia, oltre a questo clima stantio, esiste anche molta voglia di rivalsa. Il protagonista di questa conversazione è Waqas Aftab, il disegnatore di Velo Nero.

WAQAS AFTAB

Waqas Aftab è un autore a tutto campo del collettivo di Closure Comics. È di origine pakistana, ma è cresciuto in Italia, dove ha frequentato la scuola internazionale di comics a Jesi. Ha lavorato come illustratore per libri scolastici e come grafico di videogiochi e app. Ha in cantiere diversi webcomic che vengono periodicamente pubblicati sulla piattaforma Tapas (qui il link ai suoi lavori) e aggiorna i suoi follower su Instagram e Facebook.

Da quanto tempo coltivi la passione per i fumetti e qual è stato il primo fumetto che hai letto?

Sono sempre stato affascinato dal mondo dei cartoni e fumetti. Ho cominciato a leggere ed collezionare fumetti da adolescente. Il primo fumetto che acquistai fu Topolino

Qual è invece il fumetto che ti ha colpito di più e quello che ti ha colpito di meno?

I Manga che mi hanno appassionato di più sono stati Berserk, Dragon Ball e One Piece, tuttavia ho letto con grande interesse sia i fumetti americani, (specialmente quelli coi supereroi) che quelli italiani (su tutti Alan Ford). Nella mia “carriera” di lettore posso affermare con assoluta certezza che ogni fumetto che ho letto è stato unico nel suo genere.

Da quanto tempo hai cominciato a disegnare?

Disegno da quando ero piccolo. Mi sono sempre piaciuti i personaggi dei cartoni animati, e alcuni di questi a tal punto che li ridisegnavo. Però è stato solamente dopo le superiori che ho iniziato a lavorarci sodo. Il passaggio fondamentale è stato lo studio dell’anatomia e della prospettiva.

Secondo te è più importante un bel disegno o una bella storia?

Nel fumetto ciò che conta di più è la narrazione. I disegni sono efficaci solo se riescono a raccontare bene la storia che c’è dietro.

Da diverso tempo in Italia i disegnatori preferiscono lavorare alle tavole esclusivamente su commissione (anziché scommettere su un progetto). Secondo te da cosa è data questa scelta?

Secondo me è un modo per sentirsi più al sicuro. Per molti è meglio avere un’entrata economica rapida e sicura piuttosto che sperare che una storia sbarchi il lunario. Prima anche io aspettavo che una casa editrice mi ingaggiasse. Ora che sono arrivato a un certo punto del mio percorso artistico-professionale, non posso che riconoscere le potenzialità dell’auto produzione: flessibilità, spirito d’iniziativa e libertà.

Arrivati a questo punto, mi sento di doverti fare una domanda scomoda: In Italia ha vita più facile il disegnatore o lo sceneggiatore?

È più impegnativo fare il disegnatore. Per essere bravo c’è bisogno di tanti anni di studio e di pratica. Tuttavia ci tengo a precisare che per fare funzionare un fumetto, c’è assolutamente bisogno di un bravo sceneggiatore.

Come e quando sei entrato a far parte del team di Closure Comics?

Sono entrato in Closure circa 2 anni fa. A quel tempo avevo già il soggetto del mio fumetto Velo Nero, però cercavo qualcuno che mi aiutasse a sviluppare la sceneggiatura, e perciò lanciai un appello su un gruppo Facebook. Fortunatamente fui contatto da Giorgio Puleo, e così nacque la nostra collaborazione.

Non sempre è facile trovare la strada giusta per realizzare i propri sogni. Alla base di questa esperienza, cosa consiglieresti a un aspirante disegnatore?

Per diventare un bravo disegnatore non serve solo il talento ma bisogna coltivarlo, secondo me il vero talento è la passione!

Caro Waqas, ti auguriamo di poter continuare a cimentarti in tante altre opere. Grazie mille per le tue parole e buon lavoro

Intervista
MEGLIO IL DISEGNO O LA SCENEGGIATURA? 2 CHIACCHIERE CON BRAZ KOVALSKY

Il mercato editoriale italiano, un tempo fucina di idee, sta attraversando una fase recessiva piuttosto allarmante. Più del 90% dei libri pubblicati non riescono a raggiungere la quota delle 100 vendite, e come se non bastasse, persino il traguardo delle 10 vendite non è affatto scontato.

E per il fumetto italiano?

La situazione fumettistica italiana non è affatto migliore. Le vendite sono stagnanti e moltissime case produttrici centellinano le loro pubblicazioni. Quali potrebbero essere le cause?

BRAZ KOVALSKY: UNO SCENEGGIATORE DISSACRANTE

Braz Kovalsky è l’autore di diversi volumi come “kiss my pussy in the cementery” e “della morte sono il giardiniere, dell’amore non conosco traccia”. La sua prosa ben si adatta allo stile horror-erotico, tuttavia il valore aggiunto risiede nella personalità stessa dell’autore. Una personalità forgiata dalla sua inventiva e dalla sua cultura a tutto campo. Con Braz abbiamo potuto parlare dei grandi problemi dei fumetti italiani, fino ad arrivare a un nodo cruciale della questione: la diatriba tra la sceneggiatura e il disegno, due aspetti fondamentali del fumetto, ma distorti dal mancato riconoscimento di pariteticità. Qui di seguito troverete un’intervista piuttosto incalzante, e in tutto questo non possiamo che ringraziare lo stesso Braz Kovalsky che di certo non ha peli sulla lingua

1) Da quanto tempo ambivi a fare fumetti e quanto tempo è passato per la pubblicazione del tuo primo lavoro?

Da ragazzo scrivevo romanzi e racconti, ma senza nessuna ambizione di pubblicarli, infatti non ho mai spedito nulla agli editori. Scrivevo per me stesso ed è quello che faccio tutt’ora. Creo storie per il
semplice gusto di farle e poi di rileggerle. Oltre al puro diletto ,c’è dietro una questione pratica: i pensieri vanno via con il tempo, ma se li scrivi su di un foglio restano impressi sulla carta.
C’è chi scatta foto per ricordare l’immagine che aveva da giovane e c’è chi come me fa libri e fumetti per ricordare l’immagine interiore che ha in un determinato periodo della vita.
Sono radiografie dell’anima.

Tutti i delitti vengono al Pettine vero Tenente, Braz Kovalsky

2) Quindi com’è nato Braz Kovalsky?

Per me passare dalla prosa al fumetto è stato un caso.
Un giorno mentre aspettavo un treno, vidi un uomo che seduto faceva schizzi e
aveva una cartellina piena di disegni, per lo più sul genere fantasy.
Mi avvicinai e chiacchierando, lui disse: “sono disegni sconclusionati, non
sono capace a fare storie”.
Io risposi: “dentro quelle pagine c’è già una storia,
l’unico problema è che tu non la vedi
“. Lo convinsi a darmi tutti i suoi disegni e gli diedi appuntamento per il giorno dopo allo stesso posto.

Sovra copertina di “Tutti i nodi vengono al pettine vero tenente?”


Come promesso, la mattina seguente ero lì con in mano i suoi fogli che erano diventati un fumetto, ordinati e sceneggiati, con dialoghi scritti a penna.
Lesse tutta la storia e dopo aver finito, incredulo mi disse:
Ma tu da dove cazzo sei uscito fuori?”.
Da quella volta ci siamo incontrati quasi tutti i giorni e abbiamo lavorato insieme per più di due anni.
Da lui ho imparato tutto quello che so sul disegno, perché aveva lavorato in Bonelli per quasi vent’anni.
La prima pubblicazione è arrivata recentemente ,grazie al collettivo artistico di Cosure Comics.

3) Quali sono i pregi e i difetti dell’editoria italiana?

L’editoria italiana ha il pregio di aver prodotto opere graficamente impeccabili, soprattutto la Bonelli che, monopolizzando il mercato, ha dettato le linee guida dei fumetti nazionali.
Avendo degli standard qualitativi molto alti La Bonelli ha costretto i pochi concorrenti
a mantenersi sullo stesso livello e i disegnatori a migliorarsi costantemente
nella speranza di lavorare in questo settore.
Ecco perché la scuola dei disegnatori italiani è molto apprezzata anche all’estero.
Il loro limite invece è stato quello di trascurare la scrittura.

4) Quindi il mercato editoriale italiano tende a dare più importanza ai disegnatori piuttosto che agli autori?

Fin dagli anni 60’/70′, il fumetto era considerato arte minore. Di conseguenza gli scrittori validi sceglievano il cinema, il giornalismo e scrivevano per la televisione (che rappresentavano forme d’arte più
nobili e meglio retribuite). I fumetti, sebbene molto diffusi, erano sceneggiati da scrittori
improvvisati e addirittura erano gli stessi editori a scrivere i testi dei fumetti che producevano.
La Bonelli che è la casa editrice madre, resistendo in modo magistrale alla crisi del fumetto, ha avuto il potere di impostare la sua linea editoriale su questo assioma.

5) Sembrerebbe che ciò comporti qualche lacuna nelle fasi realizzative del fumetto. Se quest’ultimo è il prodotto delle mancate sinergie, verrebbe da domandarsi come si presenti un fumetto italiano

Il disegnatore italiano è il meglio sulla piazza, lo sceneggiatore invece rimane mediocre, dopotutto è la forma che conta e non il contenuto. Basti pensare che nella sua lunga storia hanno collaborato con quasi tutti i disegnatori STAR del fumetto mondiale. Tuttavia nessuno sceneggiatore di fama mondiale ha scritto una storia per loro. Oggi l’Italia importa più del 40% dei fumetti che poi vengono venduti sul mercato e ne esporta solo il 2% e di questi titoli pochi (se non nessuno) riscuotono successo.
Ovviamente la ragione non risiede né nel prezzo (visto che abbiamo il costo più basso in Europa) né nel comparto grafico, poiché rappresenta una nostra eccellenza. Il problema primario risiede nella bassa qualità scrittoria del fumetto.

6) Molto spesso i disegnatori fanno tavole esclusivamente su commissione. Secondo te questo penalizza l’aspirante sceneggiatore e il suo progetto?

La tavola su commissione ha un costo minimo tra 100 e 150 euro, il ché significa che per un fumetto di 100 pagine è necessario un investimento di 10.000/15.000 euro.
Queste cifre sono proibitive non solo per uno sceneggiatore indipendente, ma anche per una casa editrice, dato che queste spese vanno a sommarsi ai costi di grafica, traduzione, stampa, fiere del fumetto, e infine vanno anche contemplate le tasse.

7) Più che una casa editrice ci vorrebbe un finanziamento a fondo perduto da parte di una banca. Ironia a parte, Sembrerebbe che questo mercato scoraggi veramente chi vuole farsi valere, o forse sto esagerando?

Tenendoci bassi, una storia stampata in cento copie, costa all’editore sulle 20.000 euro, soldi che viste le vendite esigue non recupererà mai.
Il mercato va avanti (anche se a fatica) perché il disegnatore ,che è la voce spese più importante, viene pagato a royalties, in media il 4% che va diviso con gli altri autori dell’opera.
Chi paga bene in Italia sono essenzialmente due case editrici che fanno prodotti seriali e che tutti i mesi hanno delle entrate fisse, parlo della Bonelli e dell’Astorina, che forti dei loro guadagni, offrono ottimi compensi.

8) Quindi esistono delle eccezioni alla regola?

Lavorare per questi editori per molti è solo un miraggio, perché hanno uno standard qualitativo altissimo e se non si è famosi, è difficile ottenere anche solo un semplice contratto freelance.
Quindi assistiamo ad un ristagno produttivo in cui migliaia e migliaia di artisti,
invece di creare fumetti, passano gli anni ad adorare i pochi eletti che lavorano
da professionisti; ad elemosinare un po’ d’attenzione sui social da parte di questi “Maestri”, dinanzi ai quali si genuflettono come se fossero divinità pagane.

9) Da pochi anni a questa parte, qualcosa è cambiato. Le persone cominciano a sperimentare nuovi modi per farsi valere nel mondo della narrativa. Ci vorresti parlare della tua esperienza in Closure Comics?

Perché aspettare che una casa editrice ti noti e stampi il tuo fumetto? Perché farlo, se poi tutti i guadagni vanno a loro? Anni di lavoro per cosa? Per un 4% di royalties? per un badge di una fiera? Solo per poter dire: “MAMMA! mi ha pubblicato Saldapress?!”

Closure comics offre un’alternativa a tutto questo. Qui facciamo autoproduzione e abbiamo all’interno del nostro organico tutte le figure che compongono una tradizionale casa editrice: letteristi, grafici,
traduttori ,coloristi ,webmaster, sceneggiatori e disegnatori.
L’unica differenza è che il 4% di ogni copia venduta viene usato per le spese di stampa e il restante 96% sono le royalties che vanno agli autori.
Ecco dova sta la differenza tra noi e gli editori italiani.

10) Qual è stato il lavoro di cui vai più fiero in Closure Comics?

Le mie opere che preferisco sono “ZOMBIE with LOVE” e “Kiss my pussy in the Cemetery”,che sono rispettivamente il numero 6 e il numero 2 della mia serie. La prima è l’opera più politica e impegnata che ho fatto finora, mentre “Kiss my pussy…” è quella più intima e personale.

copertina kiss my pussy
copertina kiss my pussy (qui il link al volume)

11) Ci sono modelli cardini da cui hai tratto ispirazione? Come ti approcci alla costruzione di un fumetto?

I modelli dal punto di vista grafico sono innumerevoli, difficile elencarli tutti. Sono una spugna che assorbe, elabora e poi ributta tutto sul foglio. Quando disegno uso una parte ridotta del mio cervello. Per quanto mi riguarda è più una questione artigianale che artistica. La scrittura invece è la forma artistica che mi rappresenta totalmente. Per scrivere attingo acqua essenzialmente dal pozzo della mia anima.

12) Quindi non hai modelli fissi a cui ispirarti. Suggeriresti questo a chiunque voglia seguire i propri sogni?

Non mi ispiro a nessun autore e secondo me nessuno dovrebbe farlo.
L’essere umano ha un sapere antico dentro di sé: saggezza e conoscenze sepolte ,che appartengono ad altre vite, ad altre epoche. La maggior parte delle persone trascurano queste ricchezze, che invece possono essere portate in superficie con pratica e allenamento. Quando scrivo per fini artistici, sono ben conscio che in determinati frangenti della giornata, posso riportare alla luce conoscenze stipate nella parte immortale del mio spirito. È questo quello che consiglio di fare a qualsiasi sceneggiatore.
Scrivere guardandosi dentro“.

Un finale d’intervista col botto, grazie mille Braz

CHI SIAMO
CLOSURE COMICS: IL COLLETTIVO FA LA FORZA

CHI SIAMO

Closure comics nasce in un 2018 caratterizzato da un mercato editoriale italiano che non sperimenta più nulla. Closure comics coniuga l’urgenza espressiva di un collettivo di circa 30 persone e l’intraprendenza verso nuovi orizzonti. Il nostro team vanta pubblicazioni periodiche su piattaforme come Webtoon e Tapas, senza perdere di vista la dimensione cartacea, come confermato dalla pubblicazione di Rise, distribuito da Gatti di Cenere, casa editrice con cui siamo lietissimi di collaborare.

UN GRANDE GIOCO DI SQUADRA

Il nostro team è specializzato in ogni fase realizzativa del fumetto:

  1. DISEGNO: Antonio Conversano, Waqas Aftab, Sirena Velena, Fabiano Lori, Elien Sali, Michele de Sanctis, Angelo Russo, Sandro de Vivo, Josè, Sebastiano Tringali
  2. SCENEGGIATURA: Giorgio Puleo, Braz Kovalsky, Arcangelo De Girolamo, Davide Vendetta, Federico Billè
  3. INCHIOSTRATURA: Dario Ruggieri, Federica Raffa, Francesco Ferrari, Waqas, Giulia Bernardini
  4. COLORAZIONE: Chiara Berrugi, Mirko

UN FARO SUL MONDO E SUGLI ARTISTI EMERGENTI

Da molto tempo comprendiamo le difficoltà di un fumettista che si ritrova a dover gestire in solitaria la promozione e la traduzione. Closure comics offre sostegno a coloro che hanno un fumetto da proporre sia al mercato italiano che a quello internazionale. I nostri traduttori saranno ben lieti di accompagnare l’ascesa del vostro progetto. Se un fumetto va bene in Italia, perché non dovrebbe andare bene anche all’estero?

I NOSTRI FUMETTI SU WEBTOON

Forte delle oltre 10mila visualizzazioni, RISE rappresenta la nostra punta di diamante(in questo link è possibile visitarla tramite la piattaforma Webtoon). Rise unisce la sua ambientazione dark al tortuoso cammino verso un’agognatissima redenzione. Il protagonista risulterà vittorioso o verrà schiacciato dalla corruzione che alberga nei nostri cuori?

BARDO: può un senza tetto essere allo stesso tempo un potentissimo mago? Aedo e il suo uccello meccanico Cupid aiutano un giovane italo-cinese a conquistare il cuore di Cornelia, ma ben presto il giovanissimo spasimante rimarrà coinvolto in dinamiche decisamente soprannaturali, dinamiche però tutt’altro che nuove per l’errante Aedo.

Team Bardo Sceneggiatore: Giorgio Puleo; Disegnatore: Antonio Conversano; Inchiostratore: Waqas Aftab; Colorista: Beatrice

OLTRE AI WEBCOMIC ANNOVERIAMO LAVORI D’AUTORE COME:

KISS MY PUSSY IN THE CEMETERY :  Rupert Everett, Rocco Siffredi, Cristina D’avena, Brad Pitt e tanti altri in un’opera che vi farà arrapare, ridere ed anche pensare, tutto insieme. Il tutto diretto da quel regista sopra la righe di Braz Kovalsky, in quest’opera nel ruolo di assetato, non vi dico di cosa, zombie.

copertina kiss my pussy

VELO NERO: Velo nero è la storia di esordio di Waqas Aftab in collaborazione con il collettivo di Closure Comics. Seguendo le orme del leggendario ladro Velo Nero, il nostro protagonista Shazhad, giovane archeologo immigrato dalle colonie alla capitale dell’impero, si caccerà nei guai, per colpa del famoso fiore di loto, oggetto magico e misterioso in grado di agire nel mondo delle anime.

LA MIA PRIMA COPPA UEFA (di Dario Ruggieri): La Mia Prima Coppa UEFA è il racconto della trasferta più bella ed emozionante della mia vita da tifoso azzurro. Sei pronto a partire?
Allora metti indietro le lancette dell’orologio di qualche decina d’anni e dammi la mano. Ti porto con me a Stoccarda a vincere una Coppa UEFA.

Copertina La mia prima coppa Uefa
Copertina La mia prima coppa Uefa

DELL’AMORE SONO IL GIARDINIERE DELL’AMORE NON CONOSCO TRACCIA (Di Braz Kovalsky)

DILDOLINO & STOCAZZO (Di Giorgio Puleo)

×