LA PASSIONE È IL VERO TALENTO: WAQAS AFTAB
Nell’intervista precedente abbiamo parlato con Braz Kovalsky della diatriba tra disegnatori e sceneggiatori (qui il link dell’intervista). In quell’articolo abbiamo toccato con mano la crisi dell’editoria italiana, una crisi che vede i diversi addetti alla produzione del fumetto chiudersi in una triste e solitaria torre d’avorio. Tuttavia, oltre a questo clima stantio, esiste anche molta voglia di rivalsa. Il protagonista di questa conversazione è Waqas Aftab, il disegnatore di Velo Nero.
WAQAS AFTAB
Waqas Aftab è un autore a tutto campo del collettivo di Closure Comics. È di origine pakistana, ma è cresciuto in Italia, dove ha frequentato la scuola internazionale di comics a Jesi. Ha lavorato come illustratore per libri scolastici e come grafico di videogiochi e app. Ha in cantiere diversi webcomic che vengono periodicamente pubblicati sulla piattaforma Tapas (qui il link ai suoi lavori) e aggiorna i suoi follower su Instagram e Facebook.
Da quanto tempo coltivi la passione per i fumetti e qual è stato il primo fumetto che hai letto?
Sono sempre stato affascinato dal mondo dei cartoni e fumetti. Ho cominciato a leggere ed collezionare fumetti da adolescente. Il primo fumetto che acquistai fu Topolino
Qual è invece il fumetto che ti ha colpito di più e quello che ti ha colpito di meno?
I Manga che mi hanno appassionato di più sono stati Berserk, Dragon Ball e One Piece, tuttavia ho letto con grande interesse sia i fumetti americani, (specialmente quelli coi supereroi) che quelli italiani (su tutti Alan Ford). Nella mia “carriera” di lettore posso affermare con assoluta certezza che ogni fumetto che ho letto è stato unico nel suo genere.
Da quanto tempo hai cominciato a disegnare?
Disegno da quando ero piccolo. Mi sono sempre piaciuti i personaggi dei cartoni animati, e alcuni di questi a tal punto che li ridisegnavo. Però è stato solamente dopo le superiori che ho iniziato a lavorarci sodo. Il passaggio fondamentale è stato lo studio dell’anatomia e della prospettiva.
Secondo te è più importante un bel disegno o una bella storia?
Nel fumetto ciò che conta di più è la narrazione. I disegni sono efficaci solo se riescono a raccontare bene la storia che c’è dietro.
Da diverso tempo in Italia i disegnatori preferiscono lavorare alle tavole esclusivamente su commissione (anziché scommettere su un progetto). Secondo te da cosa è data questa scelta?
Secondo me è un modo per sentirsi più al sicuro. Per molti è meglio avere un’entrata economica rapida e sicura piuttosto che sperare che una storia sbarchi il lunario. Prima anche io aspettavo che una casa editrice mi ingaggiasse. Ora che sono arrivato a un certo punto del mio percorso artistico-professionale, non posso che riconoscere le potenzialità dell’auto produzione: flessibilità, spirito d’iniziativa e libertà.
Arrivati a questo punto, mi sento di doverti fare una domanda scomoda: In Italia ha vita più facile il disegnatore o lo sceneggiatore?
È più impegnativo fare il disegnatore. Per essere bravo c’è bisogno di tanti anni di studio e di pratica. Tuttavia ci tengo a precisare che per fare funzionare un fumetto, c’è assolutamente bisogno di un bravo sceneggiatore.
Come e quando sei entrato a far parte del team di Closure Comics?
Sono entrato in Closure circa 2 anni fa. A quel tempo avevo già il soggetto del mio fumetto Velo Nero, però cercavo qualcuno che mi aiutasse a sviluppare la sceneggiatura, e perciò lanciai un appello su un gruppo Facebook. Fortunatamente fui contatto da Giorgio Puleo, e così nacque la nostra collaborazione.
Non sempre è facile trovare la strada giusta per realizzare i propri sogni. Alla base di questa esperienza, cosa consiglieresti a un aspirante disegnatore?
Per diventare un bravo disegnatore non serve solo il talento ma bisogna coltivarlo, secondo me il vero talento è la passione!